uno scatto ogni tanto

mercoledì 12 ottobre 2011

Tra amore e morte


Un'altra riflessione metacinematografica, che prende spunto da uno dei passaggi più toccanti e spiazzanti del famoso (e in questi giorni citatissimo) discorso di Steve Jobs del 2005 ai laureandi di Stanford:

(…) La morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della vita. È l’agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo.

In un attimo, si ribalta il concetto di fine e di lutto, per immaginare una rinascita e un'ulteriore dimensione della morte, più vicina alla scoperta che alla tristezza.
Condizionato da questi pensieri, ho assistito alla proiezione di L'amore che resta (Restless) diretto da Gus Van Sant, l'ultimo dei romantici indie, amato cantore dell'inquietudine giovanile americana.

Come forse saprete, il film – piccolo, raffinato, realizzato su commissione – è di quelli che, se si legge la trama, andrebbero evitati come la peste, potenzialmente menagrami e depressivi. 
In breve: l'amicizia e l'amore tra una giovane, elegante e bellissima malata terminale (la lattea e delicata Mia Wasikowska, la sorella australiana che Alba Rohrwacher non sapeva di avere) e un altrettanto giovane dandy (interpretato dal figlio di Dennis Hopper), che è ritornato alla vita dopo tre mesi di coma e che passa il tempo a imbucarsi ai funerali di sconosciuti poiché ha mancato quello dei suoi genitori.
Insomma, tutto lascia presagire a un “Love Story 2.0”, a un'ondata di lacrime, colpi bassi, trappole emotive e ricatti sentimentali.

Invece, L'amore che resta non fa che riprendere - vestendole di delicatezza lo-fi e di qualche simpatica leziosità – alcune suggestioni del testamento spirituale di Steve Jobs. 

Potenza delle coincidenze? Condizionamenti personali? Inopportune riflessioni in libertà?
Non lo so. Ma a volte è bello e utile approfittare di piccoli segnali che ci arrivano dal'esterno per fermarsi, pensare, immaginare. 

 

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